Il Face to Face Fundraising come strumento professionale di crescita e sviluppo delle Organizzazione non profit

Quanti di voi, addetti ai lavori o semplici cittadini, hanno mai sentito nominare il termine Face to Face Fundraising? Questo termine inglese racchiude in sé il significato di una strutturata e articolata azione di raccolta fondi per finanziare un singolo progetto, un’istituzione o una organizzazione.

Parlare di fundraising significa evocare molte suggestioni per quanto concerne il settore non profit. Significa richiamare alla memoria banchetti, eventi in piazza, gran galà in tv, sms solidali, 5×1000; significa rammentarsi delle decine di sollecitazioni che quasi quotidianamente ci pervengono.

Nel nostro post di oggi ci dedicheremo ad introdurre  (avremo modo in altre occasioni di approfondire la materia) uno degli strumenti più utilizzati del fundraising: il Face to Face Fundraising.

LO STRUMENTO DEL FACE TO FACE FUNDRAISING

Il Face to Face Fundraising è uno degli strumenti di raccolta fondi utilizzato dalle organizzazioni non profit per acquisire donatori regolari.

L’attività di Face to Face Fundraising si realizza attraverso una interazione diretta tra un cittadino e un incaricato dell’organizzazione non profit (denominato dialogatore). Questa può essere svolta door to door, in street, in door (centri commerciali, fiere,  etc) previa espressa autorizzazione agli enti competenti.

L’interazione Face to Face viene considerata un metodo efficace in quanto mira a spiegare al potenziale donatore la mission e la vision dell’organizzazione non profit, attraverso una testimonianza diretta del rappresentante della ONP. Inoltre il dialogatore evidenzia l’importanza del sostegno economico continuativo che il cittadino può offrire per il raggiungimento degli obiettivi e degli scopi della ONP.

Le donazioni regolari avvengono tramite addebito diretto bancario/postale o con carta di credito, previa compilazione di un modulo preimpostato dall’associazione.

I PUNTI DI FORZA E I PUNTI DI DEBOLEZZA

Punti di Forza

  • Possibilità di stabilire un contatto diretto con un donatore;
  • Tecnica efficace per la creazione della relazione con il donatore;
  • Permette una presentazione più dettagliata e personalizzata della proposta;
  • Utile per fidelizzare il donatore nel lungo periodo.

Punti di Debolezza

  • Necessità di una organizzazione capillare sul territorio;
  • Alto dispendio di energie;

UN Pò DI STORIA: QUANDO NASCE IL FACE TO FACE FUNDRAISING?

Nel 1993 Greenpeace Austria lancia la prima campagna Face to Face Fundraising. L’attività inizialmente si svolge Door to Door (Porta a Porta), poi con l’arrivo della primavera, i Dialogatori si spostano nelle piazze, nelle piscine e luoghi all’aperto a grande affluenza. Fu importante la partecipazione al concerto dei Rolling Stones, dove i team reclutarono 400 nuovi iscritti.

Nel 1994-1995 il Face to Face venne adottato da Greenpeace Australia, Svizzera, Repubblica Ceca, Hong Kong.

Nel 1997, ha raggiunto il Regno Unito  con la messa in opera della  campagna di Greenpeace UK a Brighton.

Non passò molto tempo prima che lo strumento di Face to Face Fundraising ideato da Greenpeace venisse utilizzato da altri enti di beneficenza, cambiando il metodo con cui le organizzazioni non profit reclutavano i nuovi donatori regolari.

Oggi l’attività di Face to Face Fundraising viene regolata da un Documento di Buone Prassi per la raccolta fondi Face to Face, sottoscritta da diverse organizzazione non profit e dall’ASSIF (Associazione Italiana Fundraiser). Il Documento si ispira “Codes of Fundraising Practices” dell’ Institute of Fundraising.

Brincup come agenzia di comunicazione e fundraising segue le linee guida indicate nel documento.

Affascinante, Efficace e Diretto tre aggettivi, che secondo noi, descrivono il fantastico mondo del Face to Face Fundraising. Nei prossimi appuntamenti scopriremo insieme altri dettagli.

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